lunedì 16 marzo 2015

LIVIA

“Ecco, ecco fatto”
Questa la frase che ripeteva Marnie nel film omonimo di Hitchcock nel momento in cui ricordava il motivo della sua avversione per gli uomini.
E’ una frase che mi è rimasta sempre nella testa una frase che sembra di una semplicità disarmante però usata in quel contesto era ed è inquietante altrimenti non si spiegherebbe perché oggi tornando a casa mi sarebbe venuta in mente pensavo alla situazione paradossale in cui mi trovavo; ho detto casa ma non è casa mia, ero uscita per vedere una amica che ha insistito, lei pensa che sia tutto come prima nella mia vita ma non è cosi; la cosa però che mi ha inquietato è la scioltezza, la normalità con cui sono rientrata è mi sono rimessa la “divisa”: pantalone del pigiama con elastico allargato che cala, ho aggiunto un paio di calzini a quelli che avevo già entrambi li ho su da cinque giorni, ho sfilato il cardigan, ho lasciato il lupetto anche quello da cinque giorni e ho aggiunto la maglia del pigiama sopra.
“Ecco, ecco fatto”
Come se niente fosse, e nessuno si accorge che non faccio più la vita di prima, nessuno sa che non ho l’acqua calda corrente, che sono invasa dalle pulci, l’immondizia mi sta sommergendo questa storia va avanti da due anni e io in ogni occasione pubblica mi comporto come se fosse tutto normale ma non lo è.
“Ecco, ecco fatto”
Possibile che nessuno se ne accorga.
“Ecco, ecco fatto”
E mi sono dovuta anche sorbire i “problemi” della mia “amica”.
“Ecco, ecco fatto”
Poi dicono che le persone impazziscono all’improvviso.

Niente succede “all’improvviso”.

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