Traccia#3 Do your best, forget the rest.
Gli occhiali di Milù
Non riusciva proprio a trovarli, eppure
l’ultima volta li aveva visti in macchina, o forse li aveva portati su in casa?
E allora dove potevano essere?
Sicuramente in qualche
busta buttata sul divano, quello che ormai da quattro anni era diventato il suo
armadio.
Presa dal nervosismo
per la situazione in cui si trovava e non avendo voglia di aprire tutte le
buste si sedette; cominciò a pensare quale fosse stato il suo primo paio di
occhiali, quelli da vista se li ricordava benissimo erano a cerchio di colore
nero, li aveva scelti da sola a tredici anni le sembravano quelli più originali
e rimasero quelli per diversi anni, in fondo non serviva cambiarli.
Per quelli da sole
c’era stato più movimento, il primo paio arrivò tardi dopo i vent'anni glieli
regalò il suo amore: belli, d’argento con i vetri a specchio azzurri, li
metteva sempre lo fece per anni quando cominciò a notare che si stavano
scalfendo li conservò, non voleva sciuparli; qualche anno dopo decise che era
venuto il momento di regalarsi un paio di occhiali da sole, da sola.
Senza spendere troppo
però, era contraria per principio, andò in un negozio e fra quelli in offerta
ne scelse un paio un po’ bombato color marroncino fuori e color ambra
all'interno, al momento le sembrarono un po’ stretti: “poi cederanno” pensò,
non cedettero mai.
Decisa a non spendere
più soldi per occhiali, anche perché non ne aveva, ne prese un paio che suo
fratello voleva buttare nonostante fossero costati una cifra solo perché si era
rotto un vetro, diversamente da lei, lui, se ne fregava e spendeva senza
pensarci più di tanto pur avendo la stessa situazione economica; decisa li
portò da un ottico e fece cambiare il vetro ma non li portava spesso erano
molto delicati non avevano montatura.
Fu il tempo del
Vintage e Milù tirò fuori dal cassetto gli occhiali con i vetri a specchio,
erano proprio attuali! Peccato per i poggi naso li portò in un negozio per
sapere se si potessero cambiare dato che erano ingialliti, lui disse di sì, ci
provò ma non ci riuscì si erano ossidati e si rischiava di spezzarli cosi non
avrebbe più potuto indossarli, allora lasciò perdere.
Forse era quello il
momento in cui doveva capire che era passato troppo tempo: gli occhiali si
erano ingialliti!
Non aveva più un lavoro, tutti i sogni svaniti
e quel divano che raccoglieva sempre più buste e lei che si sentiva ed era
impotente non riusciva a reagire a cambiare le cose, ma come? Senza un soldo
bucato?
Si rituffò a caccia degli occhiali, ormai
senza non poteva più leggere, un nodo alla gola le fece mancare il respiro poi
sentì una stretta allo stomaco come quando devi vomitare ma non era cibo, erano
tutte le sue speranze proiettate in un futuro migliore deluse, non riusciva ad
accettare la realtà nella quale si ritrovava e non faceva altro che piangere…
…eccoli finalmente.
Provò a immaginare come
sarebbe stato poter preparare una valigia per il mare, solo una volta ancora: partire
all'alba, come quando era bambina, arrivare nel piccolo paesino dove si
villeggiava mentre tutti si stavano svegliando, respirare l’aria di salsedine e
vedere il mare finalmente, azzurro cristallino e la sabbia bianca, pregustare
il primo tuffo, l’odore della protezione solare e il giorno dopo quel dolce
rossore che ti regala il sole quando comincia ad abbronzarti e mentre
raggiungevi quella che sarebbe stata la tua casa per un mese, sentire crescere una
strana sensazione che parte da dentro ed esplode sul tuo viso nel più bello dei
sorrisi, apparentemente senza ragione, in realtà quello significa essere
felici.
Quali occhiali avrebbe portato? Tutti!
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