domenica 30 agosto 2015


Cyrano 


Ecco l'amore sopra ogni altra cosa, saper di dover morire e voler passare gli ultimi momenti con il proprio bene, anteponendo sempre l'altrui felicità alla propria.


ATTO QUINTO

SCENA 3

RAGUENEAU - Ho visto uscire Cirano. Lui sta per svoltare l'angolo, vedo che un servo lascia cadere un tronco dalla finestra sotto cui passava...
LE BRET - Vigliacchi!... E Cirano?
RAGUENEAU - Io accorro e vedo il nostro poeta, a terra con la testa rotta.
LE BRET - Morto?
RAGUENEAU - No! L'ho trasportato a casa sua... Vedeste che stanza!
LE BRET - Soffre?
RAGUENEAU - No, signore. E' svenuto. Ha la testa fasciata... Corriamo, presto. Non c'è nessuno con lui. Se si alza potrebbe morire.
LE BRET - Vieni, passiamo per la cappella. Faremo prima.

SCENA 4

ROSSANA - Com'è bello quest'ultimo giorno di settembre. La mia tristezza sorride. Lei che rifiuta l'aprile, si lascia sedurre dalla dolcezza dell'autunno. (Si siede al telaio. Due suore portano una poltrona). Grazie, sorella. (Le suore escono) Sta per venire. (Si sentono i tocchi di un orologio) Già l'ora... Mi stupisce. Sarebbe in ritardo per la prima volta. Ma ormai non dovrebbe tardare. Guarda, una foglia morta. No, niente potrebbe impedirgli di venire.
UNA SUORA (comparendo sulla soglia) - Il signore di Bergerac.

ROSSANA (senza voltarsi) - Che dicevo? (Entra Cirano, pallidissimo, il cappello calato sugli occhi. La suora va via. Lui viene avanti lentamente reggendosi a fatica sul bastone) Ah, queste tinte sfiorite...Come metterle assieme? (In tono di affettuoso rimprovero) Per la prima volta, in ritardo!
CIRANO (giunge alla poltrona e si siede) - Sì, che pazzia! Non ci posso pensare. Sono in ritardo a causa di una visita piuttosto inopportuna.
ROSSANA (distratta, continuando a lavorare) - Ah, qualche seccatore?
CIRANO - No, una seccatrice.
ROSSANA - L'hai mandata via?
CIRANO - Sì, le ho detto: scusatemi, oggi è sabato, devo recarmi in un certo posto e niente mi ha potuto impedire di andarci. Ripassate tra un'ora.
ROSSANA - Bene. Questa persona dovrà aspettare per vederti. Non ti lascerò andare prima di sera.
CIRANO (dolce) - Forse dovrò andarmene prima. (Chiude gli occhi e tace).
ROSSANA (a Cirano) - Ma come, non importuni la tua suor Marta?
CIRANO (riapre gli occhio. Con tono spaccone) Ieri ho mangiato carne!
SUOR MARTA - Capisco. (Tra sé) Per questo è così pallido. (A bassa voce) Sì, ma poi passerete al refettorio a bere una tazza di brodo... Verrete, vero?
CIRANO - Sì, sì.
SUOR MARTA - Meno male. Siete più ragionevole oggi.
CIRANO - Stasera voglio stupirvi. Guardate, vi permetto di pregare per me.
SUOR MARTA (dolce) - Non ho mai atteso il vostro permesso. (Rientra)
CIRANO (a Rossana, china sul ricamo) - Al diavolo, se potrò mai vedere la fine di questo ricamo!
ROSSANA - Ecco, me l'aspettavo. (Il vento fa cadere delle foglie). Sono d'un biondo veneziano, stinto. Guarda come cadono.
CIRANO - Cadono bene. Riescono a mettere una loro ultima bellezza nel viaggio, sia pure così breve, dal ramo alla terra; e malgrado il terrore d'imputridire, vogliono che questa loro caduta abbia la grazia d'un volo.
ROSSANA - Sei triste?
CIRANO (riprendendosi) - Ma no, Rossana, per niente!
ROSSANA - Lascia perdere le foglie... E raccontami cosa c'è di nuovo.
CIRANO - Dunque...(lottando contro il dolore) - Sabato il re Luigi di Borbone ebbe la febbre per indigestione ma la sua malattia venne arrestata e per lesa maestà fu condannata. Domenica al gran ballo della corte di candele esaurirono le scorte. Le nostre truppe hanno battuto l'esercito imperiale in un minuto. Quattro stregoni furono impiccati per essersi al demonio consacrati. E alla cagnetta di madame d'Athis hanno fatto un clistere lunedì...
ROSSANA - Cirano, ti prego!
CIRANO - Martedì poi..Lygdamire cambiò d'amante.
ROSSANA - Ah!
CIRANO (mentre il viso va sempre più alterandosi) - Mercoledì ventitré per una gita la corte a Fontainebleau si è trasferita. Lo stesso giorno inoltre la Montglait ha detto un secco no al conte di Fiesque. Giovedì la Mancini sembra che sia rimasta a dormire con il re. Venerdì la Montglait ha detto infine sì al suo innamorato. Sabato ventisei...(Chiude gli occhi. China il capo. Silenzio)
ROSSANA (allarmata) - E' svenuto! (Gli va vicino e lo chiama) Cirano!
CIRANO (riapre gli occhi, stordito) - Che c'è?... Che?... (Vede Rossana china su di lui e si ritrae sulla poltrona) Ti assicuro, non è niente. Lasciami.
ROSSANA - Ma...
CIRANO - E' la mia ferita di Arras... che... qualche volta... sai...
ROSSANA - Povero amico mio.
CIRANO - Non è niente. (Si sforza di sorridere) Ecco, è passato.
ROSSANA (accanto a lui) - Ognuno di noi ha la sua ferita - io ho la mia. Qui, sempre viva, quest'antica ferita (si mette la mano sul petto) è qui, sotto la lettera ingiallita macchiata di pianto e di sangue.
CIRANO - La sua lettera... Non mi promettesti che me l'avresti fatta leggere?
ROSSANA - La sua lettera?... Vorresti?...
CIRANO - Sì... Voglio... Adesso...
ROSSANA - Tieni... Leggi. (Ritorna al suo ricamo. Si sta facendo buio).
CIRANO (legge) - «Rossana, addio, sto per morire! E' per stasera, amore mio. Ho l'anima ancora greve d'amore inespresso. Mai più questi miei occhi esaltati, questi miei sguardi che non conobbero altro splendore che te, mai più baceranno al volo i tuoi gesti. Rivedo adesso un piccolo movimento che ti è familiare quando ti tocchi la fronte, e vorrei gridare...».
ROSSANA (turbata) - Ma come la leggi?!
CIRANO (mentre va facendosi sempre più buio) - «...e grido addio!...».«Mia cara, mia cara, mio tesoro...». «Amore!...».
ROSSANA - Con una voce che sento adesso per la prima volta. (Gli si avvicina, si china per guardare la lettera. Il buio aumenta)
CIRANO - «Il mio cuore non ti lasciò mai sola un secondo; io sono e sarò anche all'altro mondo, colui che t'ama senza misura, colui che...».
ROSSANA (poggiandogli una mano sulla spalla) - Come fai a leggere al buio? (Lui china il capo. Un lungo silenzio) E per quattordici anni hai recitato la parte del vecchio amico che viene per distrarmi!
CIRANO - Rossana!
ROSSANA - Eri tu. Avrei dovuto capirlo da come dicevi il mio nome.
CIRANO - No, non ero io!
ROSSANA - Eri tu! Ora capisco tutto - le lettere, eri tu... La voce quella notte tu... L'anima era la tua!
CIRANO - Non ti ho mai amata.
ROSSANA - Tu mi amavi!
CIRANO - Non io - l'altro! No no, mio caro amore... io non ti ho amata mai.
ROSSANA - Quante cose sono morte stasera e quante ne sono nate! perché hai taciuto per tanti anni se il pianto su questa lettera è tuo?
CIRANO (restituendole la lettera) - Il sangue è suo.
ROSSANA - E allora perché spezzare stasera questo sublime silenzio?
CIRANO - Perché?... (Entrano Le Bret e Ragueneau)


SCENA 5

LE BRET - Che pazzia! Eccolo, ne ero certo, è là!
CIRANO (sorridendo e alzandosi) - Toh, chi si vede!
LE BRET - Signora, si è ucciso per venirvi a trovare!
ROSSANA - Mio Dio!... Ma allora, quella sua debolezza improvvisa... quella...
CIRANO - Sabato ventisei qualche ora fa hanno colpito a morte Bergerac. (Si toglie il cappello mostrando il capo fasciato)
ROSSANA - Cirano! - Sei ferito!... Che ti hanno fatto? Perché?
CIRANO - «Poter morire colpito al petto, lealmente, dalla spada di un eroe...» dicevo. Ma il destino s'è preso gioco di me. Ed eccomi ucciso alle spalle, da un servo, con un tronco. Ho sbagliato tutto, anche la morte.
RAGUENEAU - Signor Cirano!...
CIRANO - Ragueneau, non piangere così forte!... (Gli tende la mano) Dimmi, che mestiere fai adesso, amico mio?
RAGUENEAU (piangendo) - Spengo le... le candele al teatro di Molière.
CIRANO - Molière!
RAGUENEAU - Ma domani mi licenzio - sì, sono indignato! Ieri, alla recita dello Scapino, mi sono accorto che v'ha rubato tutta una scena. Sì, quella che dice - «ma che diavolo ci andava a fare in quella galera?».
LE BRET (furioso) - Molière te l'ha rubata!
CIRANO - Ha fatto bene... E com'è andata la scena? Ha fatto effetto?
RAGUENEAU (singhiozzando) - Che risate, signore! ridevano tutti.
CIRANO - Ecco la mia vita - far da suggeritore, ed essere dimenticato. (A Rossana) Ti ricordi quella sera in cui Cristiano ti parlò sotto il balcone? Bene, la mia vita è tutta lì, mentre io restavo giù nell'ombra, l'altro saliva a cogliere il bacio della gloria. E' giusto, lo riconosco ora che sto per morire - Molière ha del genio e Cristiano era bello. (Si vedono passare le suore che vanno alla funzione) Che vadano pure a pregare. La loro campana le chiama.
ROSSANA (alzandosi per chiamare aiuto) - Sorella! Sorella!
CIRANO (trattenendola) - No, non andare. Non mi ritroveresti più. (Si sente suonare l'organo) Mi mancava giusto un po' di musica...
ROSSANA - Io ti amo. Vivi!
CIRANO - Soltanto nelle favole il principe, sentendosi dire «ti amo», sciolse la sua bruttezza al sole delle parole. Ma tu lo sai che per me non c'è sole.
ROSSANA - Io sono stata la tua rovina, io!
CIRANO - No. Io ignoravo la dolcezza femminile. Mia madre non mi trovava bello. Fuggivo le amanti per paura del loro sarcasmo. A te devo d'avere avuto un'amica. A te devo se nella mia vita è passato il fruscio di una veste.
LE BRET (mostrandogli la luna) - Ecco l'altra tua amica che viene a trovarti.
CIRANO (sorridendo alla luna) - La vedo.
ROSSANA - Non ho amato che un uomo solo, e lo perdo due volte.
CIRANO - Le Bret, vado a raggiungere la luna senza bisogno d'inventare una macchina che mi ci porti...
ROSSANA - Ma che dici!
CIRANO - Ma sì - quello è il mio paradiso. Più d'un'anima che m'è cara è in esilio lassù, ne sono certo. Vi incontrerò Socrate, Galileo...
LE BRET - No! No! Tutto questo è troppo stupido - è ingiusto!... Un poeta come lui, un cuore così grande, morire così... morire...
CIRANO - Ecco Le Bret che si mette a brontolare.
LE BRET (scoppiando a piangere) - Amico mio...
CIRANO (delira) - I cadetti di Guascogna! Copernico ha detto...
ROSSANA (sospira) - Cirano...
CIRANO - Ma che diavolo c'è stato a fare lui in questa galera?... Filosofo, fisico, poeta, uomo d'armi, musicista trasvolatore di spazi, gran polemista e anche amante per conto d'altri, qui giace Cirano di Bergerac che in vita sua fu tutto e non fu niente... Me ne vado. Scusatemi. Non posso farmi attendere - il raggio della luna viene a prendermi. (Le lacrime di Rossana lo richiamano alla realtà) Io non voglio che tu smetta di piangere il bello, il buon Cristiano; voglio soltanto che tu dia un doppio senso a questi tuoi funebri veli - voglio che il suo lutto diventi anche un poco il mio lutto.
ROSSANA - Io ti giuro...
CIRANO - Non qui - non seduto in poltrona! Non reggetemi. Un albero mi basta. Eccola che viene. Mi sento già i piedi di marmo, le mani di piombo. Ma, visto che viene... voglio aspettarla in piedi... (estrae la spada) armato.
LE BRET - Cirano!
ROSSANA - Cirano. (Tutti indietreggiano spaventati)
CIRANO - Mi sta guardando. Mi pare proprio che si permetta di fissarmi il naso. Che dite? Inutile resisterle? Lo so. Ma non si combatte solo per vincere. No, è assai più bello quando è inutile! Vi vedo. Vi riconosco, tutti i miei vecchi nemici! La Menzogna? (Tira colpi di spada nel vuoto) Prendi! Ah ah! Il Compromesso, il Pregiudizio, la Viltà... (Duella) Volete che venga a patti? Mai! Ah, eccoti, Stupidità! Alla fine l'avrete vinta voi, ma io mi batto! mi batto! mi batto! (Fa ruotare vorticosamente la spada) Sì, m'avete preso tutto - l'alloro e la rosa. Ma c'è qualcosa che porto con me, qualcosa con cui stasera saluterò l'azzurra soglia del cielo nel presentarmi a Dio, qualcosa che non ha piega né macchia...(si lancia verso il vuoto. La spada cade)
ROSSANA (chinandosi e baciandolo) - Che cosa?
CIRANO (riapre gli occhi e sorride) - Qualcosa... qualcosa che...(Muore)

sabato 22 agosto 2015

#passato 

Arrenditi e lascia andare il passato.
Quando la vita ti toglie una cosa, lasciala andare.
Arrendendoti e lasciando andare il passato diventi pienamente vivo nel momento presente.
Lasciar andare il passato significa gioire del sogno che sta accadendo adesso. Elisabetta.M























Vale anche se stai vivendo un incubo?

venerdì 21 agosto 2015

Lumaca di mare


Foto da Vanity Fair Agosto 2015
È stata eletta la mini creatura marina più bella del pianeta anche se somiglia a un misto tra una mucca e una pecorella. Comunque molto carina! Fotografata dal sub Lynn Wu al largo di Bali.

martedì 18 agosto 2015

Concorso Wattpad Luglio 2015

Traccia#2 Rima bene, chi rima per ultimo.

Clorinda, la Dama delle Rime.

-Quindi tu mi stai dicendo che questa donna, che non si sa quanti anni abbia e vive in questo castello è l’inventrice di tutte le rime conosciute?
-Esatto!
-E ha deciso di non parlare più, perché è annoiata dal genere umano ritenendolo troppo superficiale?
-Proprio così!
-Scusa ma chi te l’ha raccontata questa leggenda?
-Giorgio!
-Ah! Tutto chiaro.
-All’inizio anche io non ci credevo, poi ho chiesto un po’ in giro, ho fatto delle ricerche e sembra che ci sia del vero. Poi quando ci sono stata in visita sono rimasta molto colpita, vedrai è molto suggestiva.
-Ascolta Claudia, sai benissimo che queste storielle le trovo alquanto ridicole, va bè che siamo in vacanza, va bè che ho bisogno di distrarmi ma non esageriamo!
-Quanto sei noiosa! In fondo non ti sto mica portando in un tugurio, è un castello! E poi, hai visto che panorama!
-Per essere bello il posto è bello, però io alla storia dei poteri magici non ci credo, manca ancora molto?
-No, solo quella rampa! Senti Stefania, prima di entrare volevo dirti, cerca di non far trapelare questo tuo scetticismo, perché sembra che la Dama sia anche un po’ vendicativa contro chi le è ostile.
-Pure!
-Scchh! Che ti strilli, stanno aprendo la porta, vedi! Sapevano già che saremmo arrivate.
-E grazie! Non si sente volare una mosca, noi è mezz’ora che stiamo ciarlando.
-Cammina, brontolona!
-Prego, accomodatevi!
-Salve, siamo qui per la Signora…
-La Dama! Si, vi stava aspettando, prima porta a destra.
-Tutta scena!
-Stefania! Ti sentono! Ora apro la porta, non fare scenate.
-Ok! Va bene.
-Eccola! Non è bella?
-Ha un certo fascino, non lo nego, seduta su quella specie di trono… mi ricorda un po’ la Regina Vittoria!
-Che fosse di un altro tempo, questo è certo!
-E adesso? Stiamo tutto il tempo a contemplarla?
-Ma no, adesso lei ci ha guardate, ci ha studiate e possiamo andare. Prima di uscire, fa un inchino.
-Un inchino?
-Si! All’uscita ci daranno un biglietto se non c’è scritto niente, tutto a posto, altrimenti…non so. Dai esci!
-Scusa, a te l’altra volta c’era scritto qualcosa?
-No, adesso la signora che ci ha aperto la porta ci darà anche i bigliettini.
-Prego signore, questo è per lei, e questo per lei.
-Grazie, arrivederci! Visto Stefy, non sono bigliettini dati a caso, sono specifici uno a te e uno a me. Forza apriamo…nel mio non c’è scritto niente e nel tuo? Stefy ma che hai?
- Tu non crederai fino a quando non vedrai, una scala incontrerai molto dura ma salirai e solo allora capitolerai. O piccola donnina, quando un di lo incontrerai tu da me tornerai cantando una ninna nanna ad una piccola piccina o mia piccola donnina.
-Beh! Ti basta questa, come prova?
-Ma figurati! Cosa vuoi che significhi, saranno bigliettini dati a caso.
-E allora perché a me non l’hanno dato con la scritta?
-Probabilmente lo danno con la scritta, proprio a quelli che vedono più scettici. E poi io che ne so, scusa è tua la scoperta mica mia.
-Sarà! Comunque hai visto come ci ha squadrato? A me viene la pelle d’oca ogni volta.
-L’unica cosa della quale ti dò atto Claudia e che qui il panorama è magnifico! Dai se ci sbrighiamo possiamo ancora farcela per la corriera delle dodici e non perdiamo il pranzo.
-Altroché, adesso è tutta discesa! Non ci credi ma il tuo umore è cambiato cara Stefy, non puoi negarlo!
-E’ che mi è venuta fame, con questa salita che mi hai fatto fare.
-Si, va bé.

Due anni dopo
-Ci siamo quasi!
-Caspita, che panorama!
-Già! Da mozzare il fiato, vero? Te l’ho descritto bene?
-Si, si. Attenzione si sta svegliando.
-Dormi, dormi cuccioletta che la mamma va di fretta! Dormi, dormi fai la nanna prima pappa e poi in capanna…Non so come ma funziona sempre!
-Direi che il tuo bigliettino è completo, la scala molto dura, l’hai superata, un di lo incontrerai, eccomi qui la ninna nanna non fai altro che cantarla e in fine eccoci da lei. Vogliamo entrare? Sono curioso di conoscere questa Clorinda Dama delle Rime.
-Pensi che ti darà un bigliettino scritto?
-Non credo! Ma vorrei ringraziarla.



sabato 15 agosto 2015

ferragostosenzalatte

C’era una volta una ragazza di nome Guia, la giovane s’innamorò di un uomo di nome Luca fu un amore travolgente, una simbiosi, da quando lo aveva incontrato Guia camminava un metro da terra senza rendersi conto di quello che le accadeva in torno, degli anni che passavano o meglio di quelli se ne accorgeva ma era come quando sei bambina e stai facendo un gioco che ti piace, qualcuno ti chiama per dirti che è tempo di smettere di giocare e tu rispondi: “sì, lo so, ancora cinque minuti”.  E intanto il tempo passa.
Chiunque l’incontrasse esprimeva:” ma che bella coppia! Siete proprio belli da vedere.”
E lei si beava, perché sapeva di essere stata fortunata ad incontrarlo, c’era solo un momento della loro vita in cui non andavano d’accordo il ferragosto!
Motivo del contendere: il latte.
Si, proprio quell’alimento cosi innocente, perché Luca viveva come se esistessero ancora gli anni quaranta, cioè senza elettrodomestici, dichiarando che:” si, sono utili ma non indispensabili e poi non bisogna essere schiavi del consumismo”, Luca era sopra la norma e proprio per questo motivo aveva un modo tutto suo di vivere e Guia innamorata persa era comunque una ragazza pratica: “qual è il problema? In fondo basta comprare il latte la sera metterlo fuori la finestra e al mattino lo bevi!
Funzionava quasi sempre, tranne quando faceva molto caldo, oppure proprio a ferragosto perché una volta a ferragosto i negozi erano chiusi e Guia che se non prendeva il latte non apriva neanche gli occhi, quando arrivava ferragosto le giravano proprio le scatole.
Finché un giorno dopo anni di questa tiritera e svariati tentativi di acquistare un elettrodomestico Guia cominciò a notare che Luca faceva discorsi strani che lei non capiva e mentre in principio sarebbe stata ad ascoltarlo per ore, anche se adesso continuava ad ascoltarlo cercava anche di intervenire ma era come se fossero su due lunghezze d’onda differenti, non riuscivano a comunicare.
Un giorno Guia cominciò a sentirsi strana, come se si stesse svegliando da un piacevole torpore e scoprì tramite il gatto parlante di Luca …
Perché non ve l’ho detto che Luca aveva un gatto parlante?
Beh, effettivamente questo avrebbe dovuto insospettirla ma Guia era felice e quando sei felice vuoi esserlo per sempre.
Guia si accorse che Luca apparteneva in realtà ad una specie che non esiste più e che anzi forse lui era proprio l’ultimo esemplare vivente, di un OISHPA!
Guia chiese sorpresa:” e che cavolo è un OISHPA?” ma il gatto che era stato sempre un po’ opportunista disse: “se non sganci un’altra porzione di crocchette non parlo”.
Guia cedette, era troppo interessata e li gatto confessò: “L’OISHPA è un incrocio fra un filoso e un principe azzurro è un affabulatore, è buono, difende gli animali e di tanto in tanto quando incontra un animo puro in cui lui riconosce un sentimento sincero nei suoi riguardi la prende sotto la sua ala protettrice, regalandole la felicità e questa sei tu.
A volte qualcosa va storto e questa felicità può svanire”.
“E come posso fare per non farla svanire?”
“A questo non so rispondere, mi spiace anche se mi dai altre crocchette”
E si raggomitolò.
“E adesso!” pensò Guia.
“Bella domanda!” rispose il gatto.

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lunedì 10 agosto 2015

Concorso Wattpad Luglio 2015

Traccia#1 Ciò che manca.        
Il Velo

-Luca, ehi Luca sono qui!
-Ciao sorellona come stai?
-Io bene, tu piuttosto ma riesci a mangiare in quel buco dove abiti?
-Dai Ele non cominciare anche tu come la mamma, sto facendo la gavetta lo sai è già tanto se al giornale mi pagano qualche pezzo che scrivo.
-Lo so, lo so è che mi preoccupo sei l’unico fratello che ho. Dai Sali in macchina.
-Pensavo di essere il tuo preferito?
-Scemo!
-E’ ancora lì!
-Non ricomincerai di nuovo con la storia di Melissa?
 Certo che è ancora lì, dove vuoi che vada, non esce mai, nessuno le parla, nessuno la vede, per quanto ne sappiamo potrebbe anche essere morta.
-Come no? Sai io alla storia che le manca un occhio non ci ho mai creduto.
-Lo so, lo so e come potrei dimenticarlo cinque anni fa ci hai dato il tormento con questa storia, quello che non capisco è come mai tu non abbia trovato mai il coraggio di bussare e chiederle: “gentile signorina Melissa è vero che le manca un occhio ed è per questo che le rare volte che l’hanno vista ha sempre un velo che le copre il viso e nessuno è mai riuscito a guardarla? Inoltre, si dice in giro che lei abbia poteri soprannaturali e chiunque abbia tentato di scorgere il suo sguardo ha avuto solo guai”.
Perché non hai suonato e glielo hai chiesto? Te la facevi sotto?
-Ma piantala, non la volevo disturbare, qualche rara volta che l’ho intravista sono rimasto incantato dai suoi movimenti, davvero Ele tu non l’hai mai vista è come se ti ipnotizzasse quando si muove.
-Pensa che scoop per il tuo giornale se risolvessi questo mistero?
-Figurati! Cosa vuoi che gliene importi, però mi hai dato un’idea. Dai accelera altrimenti la mamma chi la sente.
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-Che caldo oggi non si respira. Ok Luca, il discorsetto ce l’hai pronto, devi solo farti coraggio, questa cravatta è troppo stretta, suona: “Salve sono Luca Monti, lei non mi conosce scrivo per un piccolo giornale stiamo facendo un ricerca sulle persone che vivono da sole.”
Avanti… suona!
E se non mi aprisse?
E se le mancasse davvero un occhio e leggesse lo sconcerto sul mio viso?

-Chi è?
-Che voce dolce, forse non è lei? O mi sta già ipnotizzando?
-Chi è?
-Wow! Mi ha aperto.
- Salve sono Luca Monti, lei non mi conosce scrivo per un piccolo giornale…
-Si che ti conosco!
-Accidenti non riesco a vederle il viso, questo velo è davvero spesso ma come fa a vedere dove mettere i piedi?
-Mi conosce?
-Non di persona, leggevo i tuoi articoli sul giornale locale e ho continuato a seguirti anche dopo, cosa ti serve io non ricevo mai visite?
-Beh! Stiamo facendo un ricerca sulle persone che vivono da sole al giornale, io non conosco nessuno che vive da solo e cosi mi è venuta in mente lei, allora mi sono detto forse potrebbe rispondere a qualche domanda? In forma anonima, ovviamente!
-Non credo sia una buona idea, ciao.
-Non le far chiudere la porta.
-Ha detto che mi segue e vede se non scrivo questo pezzo il giornale non mi chiamerà più ed è già così difficile. Non vuole aiutarmi?
-Falle i tuoi occhi dolci Luca. Avanti, accidenti a questo velo non riesco a capire cosa pensa.
-Ok! Solo due domande.
-Com’è vivere da soli?
-Bello, se è una scelta ma ha i suoi alti e bassi.
-Si spieghi meglio?
-Beh| Va bene se ti piace stare per conto tuo ma se per esempio mi sento male, potrei morire e nessuno se ne accorgerebbe.
-Buttati Luca!
-Perché porta questo velo che le copre il viso? Non è un velo islamico? Dicono che sia perché le manca un occhio? E’ vero?
-Queste sono più di due domande, se non ti dispiace ho da fare.
-Ahi! Troppo frettoloso! Giocati la carta del pentito sincero.
-Scusi, sono stato troppo invadente, cercavo di capire com’era fatta e se fossero vere le voci su di lei? Io non ci ho mai creduto ma…per smentire, ci vogliono le prove.
-Vuoi le prove? Bene, mi toglierò il velo ma sei sicuro di essere pronto?
-Caspita! Allora è vero, non ha un occhio!
-Certamente!
-Ecco, adesso non resisto e svengo. Che figura! Accidenti che occhi altro che senza!
-Scusi signorina mi sento un po’ strano, mi gira la testa e non mi reggo in piedi…
-Lasciati andare Luca, non sai in che guaio ti sei cacciato fra poco dormirai un sonno eterno. Volevi sapere la mia vera storia e io te la racconto tanto non la potrai scrivere, purtroppo! Io sono una sirena, un giorno mi innamorai di un umano che mi ingannò facendomi credere che mi amasse, in realtà voleva solo catturarmi riuscì a sfuggirgli ma per potermi vendicare dovevo venire qui sulla terra scelsi il mio più grande potere e rinunciai agli altri ho rinunciato al canto ma ai miei occhi che catturano e uccidono no! Dovevo pur vendicarmi!
-Una sirena? Mi sento malissimo?
-Non opporre resistenza fra poco sarà tutto finito.
-Ma che cosa ho fatto di male, io volevo solo conoscerla…
-Si in fondo tu sei stato sincero, nessuno lo è con me, allora ti svelerò un altro piccolo segreto, se ti baciassi ti salverei ma non so se mi va di farlo, tu che ne pensi Luca? Luca! Luca!
-Luca mi senti? Ecco riprende colore.
-Che cosa è successo? La sirena mi ha salvato, mi ha baciato!
-Ma quale sirena giovanotto, ringrazi la signorina che vive in quella casa in fondo se non era per lei l’ha vista svenire per strada e ha chiamato i soccorsi, poi noi abbiamo chiamato il numero che per le chiamate urgenti ecco c’è anche sua sorella.
-Luca, bisogna starti dietro proprio come un bambino uscire sotto quel sole dopo tutto quello che hai mangiato!
-Ele, sai forse Melissa è una sirena…anche se non ne sono tanto sicuro!





domenica 9 agosto 2015

Concorso Wattpad Luglio 2015

Traccia#3 Do your best, forget the rest.

Gli occhiali di Milù
Non riusciva proprio a trovarli, eppure l’ultima volta li aveva visti in macchina, o forse li aveva portati su in casa? E allora dove potevano essere?
Sicuramente in qualche busta buttata sul divano, quello che ormai da quattro anni era diventato il suo armadio.

Presa dal nervosismo per la situazione in cui si trovava e non avendo voglia di aprire tutte le buste si sedette; cominciò a pensare quale fosse stato il suo primo paio di occhiali, quelli da vista se li ricordava benissimo erano a cerchio di colore nero, li aveva scelti da sola a tredici anni le sembravano quelli più originali e rimasero quelli per diversi anni, in fondo non serviva cambiarli.

Per quelli da sole c’era stato più movimento, il primo paio arrivò tardi dopo i vent'anni glieli regalò il suo amore: belli, d’argento con i vetri a specchio azzurri, li metteva sempre lo fece per anni quando cominciò a notare che si stavano scalfendo li conservò, non voleva sciuparli; qualche anno dopo decise che era venuto il momento di regalarsi un paio di occhiali da sole, da sola.

Senza spendere troppo però, era contraria per principio, andò in un negozio e fra quelli in offerta ne scelse un paio un po’ bombato color marroncino fuori e color ambra all'interno, al momento le sembrarono un po’ stretti: “poi cederanno” pensò, non cedettero mai.

Decisa a non spendere più soldi per occhiali, anche perché non ne aveva, ne prese un paio che suo fratello voleva buttare nonostante fossero costati una cifra solo perché si era rotto un vetro, diversamente da lei, lui, se ne fregava e spendeva senza pensarci più di tanto pur avendo la stessa situazione economica; decisa li portò da un ottico e fece cambiare il vetro ma non li portava spesso erano molto delicati non avevano montatura.

Fu il tempo del Vintage e Milù tirò fuori dal cassetto gli occhiali con i vetri a specchio, erano proprio attuali! Peccato per i poggi naso li portò in un negozio per sapere se si potessero cambiare dato che erano ingialliti, lui disse di sì, ci provò ma non ci riuscì si erano ossidati e si rischiava di spezzarli cosi non avrebbe più potuto indossarli, allora lasciò perdere.

Forse era quello il momento in cui doveva capire che era passato troppo tempo: gli occhiali si erano ingialliti!

Non aveva più un lavoro, tutti i sogni svaniti e quel divano che raccoglieva sempre più buste e lei che si sentiva ed era impotente non riusciva a reagire a cambiare le cose, ma come? Senza un soldo bucato?
Si rituffò a caccia degli occhiali, ormai senza non poteva più leggere, un nodo alla gola le fece mancare il respiro poi sentì una stretta allo stomaco come quando devi vomitare ma non era cibo, erano tutte le sue speranze proiettate in un futuro migliore deluse, non riusciva ad accettare la realtà nella quale si ritrovava e non faceva altro che piangere…
…eccoli finalmente.

Provò a immaginare come sarebbe stato poter preparare una valigia per il mare, solo una volta ancora: partire all'alba, come quando era bambina, arrivare nel piccolo paesino dove si villeggiava mentre tutti si stavano svegliando, respirare l’aria di salsedine e vedere il mare finalmente, azzurro cristallino e la sabbia bianca, pregustare il primo tuffo, l’odore della protezione solare e il giorno dopo quel dolce rossore che ti regala il sole quando comincia ad abbronzarti e mentre raggiungevi quella che sarebbe stata la tua casa per un mese, sentire crescere una strana sensazione che parte da dentro ed esplode sul tuo viso nel più bello dei sorrisi, apparentemente senza ragione, in realtà quello significa essere felici.

Quali occhiali avrebbe portato? Tutti!

venerdì 7 agosto 2015

CRESCERE...


“Il cambiamento è inevitabile, la crescita personale è una scelta.” 
Bob Proctor

mercoledì 5 agosto 2015

Amare verbo difficile da coniugare...


C'è sempre uno che ama e uno che si lascia amare.
William Somerset Maugham, Schiavo d'amore, 1915

martedì 4 agosto 2015

Zanzare o Culicidae

Se ne sono dette di ogni, che ronzano, che ti seguono perché sudi, e usa i gerani, no il basilico anzi la citronella è meglio l'insetticida...

Non importa la domanda al risveglio è sempre la stessa: quante punture avrò avuto?

..

lunedì 3 agosto 2015

Aurora


A tutti è dovuto il mattino, ad alcuni la notte. A solo pochi eletti la luce dell'aurora.
E. Dickinson

domenica 2 agosto 2015

sabato 1 agosto 2015

La casa di Alice - Roccaraso


Un piccolo luogo incantato se passate da li vi consiglio di fermarvi.
Questo è solo un piccolissimo esempio delle cose meravigliose che potete trovare.