La Storia di Nunzia
Loro pensano che io non
sia buona a nulla, anzi tutti compresa mia sorella, credono che io sia una
scema, cosa crede anche lei che io non ce l’ho le amiche, ci sono solo che si
sono sposate tutte, con chi posso uscire, va bè che anche prima non è che uscissi
molto, in verità non sono mai uscita se non per andare alle feste di famiglia,
io ci andavo volentieri, prima perché mi faceva piacere incontrare i miei
parenti poi però mi sono accorta che anche loro mi guardano senza interesse,
ogni cosa che dico rispondono:
“Si, si” senza ascoltarmi, una volta alla
festa di fidanzamento di mio cugino mi sono avvicinata e gli ho detto: “come è
brutta sta cravatta”
e lui: “Si, si, grazie,
grazie” poi mia sorella si è avvicinata e gli ha detto: “ Stai proprio bene, e
che bella cravatta!”
e lui: “Ti piace? L’ho
comprata proprio per l’occasione”.
A volte mi sento come se
non esistessi e mio padre mi tratta come se avessi diciotto anni invece ne ho
trentotto e non mi sono mai mossa da qui, passo il mio tempo libero, affacciata
al balcone, cioè quando ho finito di rassettare, lavare, stirare, cucinare, di
nuovo pulire dopo aver cucinato mi affaccio al balcone che non si affaccia
sulla strada ma all’interno di un cancello dal quale vedo solo traffico, quando
c’è, altrimenti la domenica mentre pulisco la cucina, vedo le persone che vanno
a mangiare nel ristorante di fronte, sembrano tutti allegri, ben vestiti, e io
invece sempre chiusa qui e se provo a rispondere a mio padre mi riempie di “scema”
e poi mi prende in giro, dopo tutto quello che faccio per lui, poi davanti agli
altri, facciamo finta che andiamo d’accordo, suonano...e mò chi è?
“Nunzia, Nunzia sono
Maria apri, che stai facendo?”
“Eh, un momento, mi sto
facendo la tintura!”
“E che te la fai a fare,
non perdere tempo, va ad aiutare papà a prendere la legna”
“E come ci vado adesso
con la tintura in testa, vacci tu”
“E chi ti vede, io devo
uscire anzi quando hai finito, vai sopra da me e stendimi la lavatrice.”
Ecco, tutti contro di me
mio padre è il Re e quest’altra è Madama la Marchesa
Ta, tataratata, ta ta, bum, bum, bum
Oh Dio, che paura,
devono essere stati quei delinquenti dei figli di mia sorella, passano tutto il
tempo a sparare le botte di Capodanno fuori la mia finestra, solo per
spaventarmi e ma mò vi faccio vedere io a tutti, ecco qua, mio padre non se n’è
neanche accorto che gli mancava la benzina,
mò lo devo fare, mò che
sono usciti tutti…
è Domenica pomeriggio
mio padre è andato da Don Peppe a giocare a carte, mia sorella e l’allegra
famigliola sono dalla suocera e io se me ne vado per i campi forse non mi vede
nessuno, certo dal ristorante a un certo punto noteranno qualcosa e chiameranno
i pompieri ma con un po’ di fortuna sarò già alla stazione se corro, forse ce
la faccio prima che chiude chiederò a qualcuno come fare, vado a Napoli un po’ di
soldi ce li ho li nascondevo quando facevo la spesa, a mio padre a mia sorella,
qualche volta ho fatto anche finta di perderli, non spesso però altrimenti non
mi ci mandavano più, mi pago l’albergo e mi metto a fare la cameriera, poi quando
ho finito, torno in albergo mi cambio e vado a fare una passeggiata sul lungo
mare e poi…
e poi niente, vado mi
metto lì e respiro il mare.
E’ tutto pronto devo
solo accendere il camino e da lì è pronta la scia di benzina per tutta la casa,
anche quella di mia
sorella, tanto c’ho le chiavi.
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