domenica 15 febbraio 2015

La Storia di Nunzia

Loro pensano che io non sia buona a nulla, anzi tutti compresa mia sorella, credono che io sia una scema, cosa crede anche lei che io non ce l’ho le amiche, ci sono solo che si sono sposate tutte, con chi posso uscire, va bè che anche prima non è che uscissi molto, in verità non sono mai uscita se non per andare alle feste di famiglia, io ci andavo volentieri, prima perché mi faceva piacere incontrare i miei parenti poi però mi sono accorta che anche loro mi guardano senza interesse, ogni cosa che dico rispondono:
 “Si, si” senza ascoltarmi, una volta alla festa di fidanzamento di mio cugino mi sono avvicinata e gli ho detto: “come è brutta sta cravatta”
e lui: “Si, si, grazie, grazie” poi mia sorella si è avvicinata e gli ha detto: “ Stai proprio bene, e che bella cravatta!”
e lui: “Ti piace? L’ho comprata proprio per l’occasione”.
A volte mi sento come se non esistessi e mio padre mi tratta come se avessi diciotto anni invece ne ho trentotto e non mi sono mai mossa da qui, passo il mio tempo libero, affacciata al balcone, cioè quando ho finito di rassettare, lavare, stirare, cucinare, di nuovo pulire dopo aver cucinato mi affaccio al balcone che non si affaccia sulla strada ma all’interno di un cancello dal quale vedo solo traffico, quando c’è, altrimenti la domenica mentre pulisco la cucina, vedo le persone che vanno a mangiare nel ristorante di fronte, sembrano tutti allegri, ben vestiti, e io invece sempre chiusa qui e se provo a rispondere a mio padre mi riempie di “scema” e poi mi prende in giro, dopo tutto quello che faccio per lui, poi davanti agli altri, facciamo finta che andiamo d’accordo, suonano...e mò chi è?

“Nunzia, Nunzia sono Maria apri, che stai facendo?”
“Eh, un momento, mi sto facendo la tintura!”
“E che te la fai a fare, non perdere tempo, va ad aiutare papà a prendere la legna”
“E come ci vado adesso con la tintura in testa, vacci tu”
“E chi ti vede, io devo uscire anzi quando hai finito, vai sopra da me e stendimi la lavatrice.”

Ecco, tutti contro di me mio padre è il Re e quest’altra è Madama la Marchesa

Ta, tataratata, ta ta, bum, bum, bum

Oh Dio, che paura, devono essere stati quei delinquenti dei figli di mia sorella, passano tutto il tempo a sparare le botte di Capodanno fuori la mia finestra, solo per spaventarmi e ma mò vi faccio vedere io a tutti, ecco qua, mio padre non se n’è neanche accorto che gli mancava la benzina,
mò lo devo fare, mò che sono usciti tutti…
è Domenica pomeriggio mio padre è andato da Don Peppe a giocare a carte, mia sorella e l’allegra famigliola sono dalla suocera e io se me ne vado per i campi forse non mi vede nessuno, certo dal ristorante a un certo punto noteranno qualcosa e chiameranno i pompieri ma con un po’ di fortuna sarò già alla stazione se corro, forse ce la faccio prima che chiude chiederò a qualcuno come fare, vado a Napoli un po’ di soldi ce li ho li nascondevo quando facevo la spesa, a mio padre a mia sorella, qualche volta ho fatto anche finta di perderli, non spesso però altrimenti non mi ci mandavano più, mi pago l’albergo e mi metto a fare la cameriera, poi quando ho finito, torno in albergo mi cambio e vado a fare una passeggiata sul lungo mare e poi…
e poi niente, vado mi metto lì e respiro il mare.

E’ tutto pronto devo solo accendere il camino e da lì è pronta la scia di benzina per tutta la casa,

anche quella di mia sorella, tanto c’ho le chiavi.

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