lunedì 26 dicembre 2016

George Michael – Last Christmas – La canzone di Natale per sempre

Se ne va anche lui, sembra proprio che pezzo dopo pezzo tutto il mio mondo stia scomparendo.
George Michael sarà per me sempre associato a Last Christmas al video che l’accompagnava che guardavo sulla mitica Dj Television anch’essa un lontano ricordo ma se c’è una cosa che ho imparato e non lasciarsi andare alla malinconia perché si sprofonda.
Eppure, se voi siete capaci di lasciare andare le cose senza emozionarvi siete sicuramente più attivi, più capaci di stare al passo con la vita che cambia, più attuali…

Io preferisco ascoltare Last Christmas, Jesus to a Child, Dont let the sun go down on me, If i told you that e cosi via quanto dura tre minuti?
Saranno tre minuti memorabili,

ciao George e grazie per tutti i Natali che mi hai allietato.

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Foto da Prorcastrination Palace 


 Poi, lo vedete questo sguardo, è lo sguardo di chi soffre, di chi sta morendo dentro ma non lo vuole dare a vedere, all'epoca non avevo ancora provato questo tormento ma solidarizzavo con lui.

sabato 24 dicembre 2016




Foto da Lamenteemeravigliosa.it 
Un uomo passa con un pane
sulle spalle
Scriverò, dopo, sul mio doppio?

Un altro si siede, si gratta, uccide
la pulce che si toglie da sotto l’ascella
Con che coraggio dibattere
di psicoanalisi?

Un altro aveva un palo in mano
e mi è entrato nel petto
Mettersi a parlare, poi, di Socrate
col dottore?

Passa uno zoppo tenendo
per mano un bambino
E io dovrei, dopo, leggere Andrè
Breton?

Un uomo dal freddo, tossisce,
sputa sangue
Sarà mai più permesso anche solo
alludere all’io profondo?

Uno cerca nel fango nòccioli, gusci
come fare, poi, a scrivere
dell’infinito?

Un muratore cade da un tetto
e muore, prima ancora di pranzo
Dovrei dedicarmi, dopo, a parlare
di quarta dimensione?

Un banchiere falsifica il bilancio
Con che faccia piangere, poi,
a teatro?

Un poveretto dorme, gli premono
un piede sulla schiena
E io dovrei star lì a parlare
di Picasso con te?

Qualcuno segue un funerale
singhiozzando
Come fare ad entrare
nell’Accademia, adesso?

Qualcuno lucida il fucile in cucina
Chi ha più il coraggio di parlare
dell’al di là?

Qualcuno passa contando sulle dita
Come parlare del non-Io
senza un grido? 

César Vallejo    poeta Andino


...cosa aggiungere, io mi sento esattamente cosi, anche se è Natale!

Grazie a Alessandro Baricco 
che me lo ha fatto conoscere sulle pagine di Vanity Fair

giovedì 22 dicembre 2016

Auguri a Tutti per Tutto!


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Foto da 123rf.com

...se puoi, fai bene e scordatenne". cit.

mercoledì 14 dicembre 2016

Giulia Spizzichino - La farfalla impazzita

foto da elle.it

Possibile che lassù non sia vietato accettare angeli così piccoli?

Ogni lacrima versata è una lacrima a sé, che merita di essere ricordata, raccontata.

La mia personale Giornata della Memoria si realizza quotidianamente… 






Muore Giulia Spizzichino scampata alla deportazione, testimone fondamentale per il processo contro Priebke, la vita le strappa anche un figlio, muore a 90 anni un fiore d'acciaio.


giovedì 8 dicembre 2016

ISIDE 

AL MUSEO ARCOS DI BENEVENTO...


Carmela Hauber   Maria Tea Varo   Peppe Barile
http://www.sannioteatrieculture.it/dettagliocomunicatom.php?vIdComunicato=8748

mercoledì 2 novembre 2016

Ponte di Ognissanti, Commemorazione dei Defunti, Festa di Halloween…Brr!

Spiegazione:
I giorni che vanno da fine Ottobre a l’inizio di Novembre è comunemente conosciuto come il “Ponte di Ognissanti”, in alcune regioni è più noto come “Ponte dei Morti”, non per mancare di rispetto ai Santi che trovano spazio durante tutto l’arco dell’anno tranne alcuni che fanno riferimento solo a questo giorno ma solo per ricordare quelli che non ci sono più in quel giorno prestabilito, anche questa espressione fa un po’ rabbrividire ma non andiamo troppo in profondità.
Il “Ponte dei Morti” è un’espressione poco felice ma di gergo comune nella maggior parte delle persone, chi ha un po’ di attenzione alla forma la definisce commemorazione dei defunti che mi sembra più delicato; tutto questo fino a una quindicina di anni fa quando ha cominciato a fare capolino nelle nostre tradizioni la “Festa di Halloween”, importazione Americana.
Osservazione:
Il mio è un semplice osservare e non giudicare ma sembra che negli anni l’equilibrio che dovrebbe esserci tra tradizione e apertura ad altre culture sia alquanto sbilanciato, anche in questo caso sta a noi fare in modo che l’equilibrio non cessi d’esistere per diventare una ricorrenza a senso unico.
Detto questo, tanto per sottolineare che ogni proverbio ha il suo perché è cioè: “ogni mondo è paese” permettetemi una similitudine; secondo me, il nostro ponte di Ognissanti, o Commemorazione dei Defunti è simile alla Festa del Ringraziamento degli Americani non nel senso di cui abbiamo parlato fino ad ora perché in tal senso non hanno niente in comune ma per un altro aspetto.
Entrambe le ricorrenze sono in anticipo rispetto al Natale, altra Festa sulla quale si potrebbero scrivere dei libri in quanto a ipocrisia e false motivazioni sull'incontrarsi.
Su questo aspetto gli Americani ci montano film, serie Tv e altro io queste due feste le chiamerei “la prova generale”, chi frequenta o ha frequentato il Teatro sa che se una prova generale va male “la Prima” sarà un successo (in verità non è sempre cosi ce lo si dice per non ammettere che il lavoro svolto non è proprio un granché) in Italia, durante questo ponte, in America durante il “Ringraziamento” si sonda il terreno sulle dinamiche che funzionano, su conflitti sopiti che puntualmente se c’è una situazione di stress vengono fuori in alcuni casi su voci grosse, piatti che volano e nuvole e nuvole di fumo, io credo che la cosa sia ciclica e appartiene a tutti prima o poi, alzi la mano chi non si è trovato a dover fronteggiare situazioni simili nella sua vita, almeno una volta?
Soluzioni:
Una possibile soluzione può essere quella di chiamarsi fuori, cioè non prendere parte alle dinamiche e osservare le cose da lontano tramite racconti di chi c’era e poi i racconti dei racconti (quelli sono imperdibili)
Conclusioni:
A questa soluzione avrei da obiettare qualcosa, benché uno si risparmi notevoli stress e fatiche ma poi se non partecipi in qualche modo che si fa?

E’ come perdere le puntate precedenti, alcune sono imperdibili, altre molto meno, e poi signori c’è la vita “vera” da vivere e quella sì che non è per tutti una festa.
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martedì 25 ottobre 2016

Monologo finale di Sonja da Zio Vanja

...l'essenza della consapevolezza di quale direzione sta prendendo la propria vita. 

«Che fare? Bisogna vivere!
«Zio Vanja, vivremo. Vivremo una lunga, lunga fila di giorni, di lente serate: sopporteremo pazientemente le prove che il destino ci manderà; lavoreremo per gli altri, e adesso e nella vecchiaia, senza riposo, e quando arriverà anche per noi la nostra ora, moriremo umilmente, e di là, oltre la tomba, diremo che abbiamo sofferto, che abbiamo pianto, che la sorte è stata amara per noi, e Dio avrà pietà di noi, e io e te, zio, caro zio, vedremo una vita luminosa, bella, incantevole, conosceremo la gioia, e guarderemo alle nostre disgrazie di oggi con tenerezza, con un sorriso… e riposeremo! Io credo, zio, credo, con tutte le mie forze, con tutta l’anima, credo… E riposeremo!
«Riposeremo. Sentiremo gli angeli, vedremo il cielo che sfolgorerà di diamanti, vedremo tutto il male della terra e tutte le nostre sofferenze annegare nella misericordia che inonderà il mondo… e la nostra vita diventerà serena, tenera, dolce come una carezza… Io credo; io credo… Povero, povero zio Vanja, tu piangi… Tu non hai conosciuto la gioia, nella tua vita, ma aspetta, zio Vanja, aspetta… Riposeremo… riposeremo… Riposeremo!»

giovedì 13 ottobre 2016

Ho visto un Re! Ah, beh, sì beh!

Dario Fò era un Re, non come s'intendeva in questo testo scritto con il "poeta" Jannacci ma Re del Teatro, della Cultura, della Pittura, dei rapporti interpersonali, quando persone così vengono a mancare il mondo s'impoverisce sempre un po.

Ciao! 

lunedì 19 settembre 2016

SPOGLIARSI DEL SUPERFLUO


 
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A tutti nella vita dovrebbe capitare di punto in bianco di non avere più nulla, come un passaggio obbligato, farebbe molto bene,si imparerebbe ad apprezzare tutto ciò che si possiede e non parlo "mai" di cose materiali; non dico nulla di nuovo ma purtroppo non è una cosa che capita a tutti, al solito uno può avere tutto e un altro non avere nulla.


domenica 11 settembre 2016

11 Settembre 2001 - 11 Settembre 2016

Non ho mai amato pensare dov'ero quel giorno, cosa stavo facendo, come è cambiata la mia vita?
E tutto quel ruminare, si avete capito bene ruminare mentale che ho scoperto poi, può essere, se troppo approfondito, l'inizio di depressione.
In realtà questo giochino lo facevo da ragazza, dove sarò tra dieci anni? Cosa avrò realizzato?
Ma credo che queste domande se le pongano un po tutti sperando, aiutati dalla gioia della spensieratezza giovanile di avere una buona sorte.
Quindi non è vero che il giochino non lo praticavo, lo facevo e come, forse oggi a distanza le risposte non mi soddisfano, tutto, qui!

Dunque l'11 Settembre 2001, avevo avuto da circa cinque mesi il mio primo contratto a tempo indeterminato, in realtà non era il primo ma era il primo in cui il datore di lavoro rispettava i suoi obblighi, io i miei li ho sempre rispettati, con qualsiasi contratto, ma anche lui aveva le sue pecche visto che durante il colloquio mi chiese esplicitamente se avessi intenzione di sposarmi a breve, in realtà della mia situazione sentimentale non gliene importava granché ma del relativo, ipotetico pargolo che ne sarebbe scaturito con conseguente riflesso sul lavoro, si!

Andiamo avanti, dunque circa cinque mesi di contratto e poi quel pomeriggio, sappiamo tutti cosa è successo e io mi ritrovavo per la prima volta a confrontarmi con la paura di non riuscire a realizzare i miei obiettivi o meglio la paura del domani o meglio dell'ignoto.

Il confronto va fatto con l'oggi... diciamo che se nella vita hai paura di qualcosa è proprio perché quel qualcosa non sai come gestirlo.

E no, non me lo chiedo dove sarò tra  quindici anni?

Chissà????

lunedì 5 settembre 2016


Anche la Norvegia dice Addio alla caccia alle Foche.


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http://www.essereanimali.org/norvegia-fine-alla-caccia-alle-foche

Un po di tempo fa ho letto questo titolo e mi sono detta evviva c'è speranza per la terra! 
Certo di questo passo forse prima di risolvere tutti i problemi di maltrattamenti sugli animali quest'ultimi saranno estinti.
E poi approfondendo si è visto che il tutto non è stato mosso da un gesto animalista contro questa mattanza crudele ma solo e ancora una volta perché non c'era più ritorno economico.

In ogni caso meglio cosi e ribadisco il mio grido da adolescente!

SALVIAMO LE FOCHE!
ce l'avevo stampato sulla borsa.

venerdì 26 agosto 2016



Quante Volte

Claudio Baglioni



Me ne vado nella notte logorando strade

han lavato il cielo ed ora è ad asciugar sui muri

come quando i miei si vomitavano parole

ed allora mi mandavano a giocare fuori...


Tu non ci sei
tu non sei più con me...



Il mio amico sta dicendo che mi vuole bene

ha bevuto troppo e non ricorda più il mio nome

le finestre occhi spenti stanno già sognando

mulinelli di cartacce e le panchine vuote...



Non avrei voluto essere il primo della classe

non avrei voluto mai portare i primi occhiali

ho paura di specchiarmi dentro una vetrina

e scoprirmi a ridere di me e dei miei pensieri...



Sotto il tacco delle scarpe mezzo consumato

un giornale spiegazzato pieno di pedate

grande prima eccezionale per il film dell'anno

avventura sesso e una valanga di risate...



Quante Volte ti ho pensato

sulla sedia di cucina

Quante Volte ti ho incontrato

nelle cicche che spegnevo

Quante Volte ti ho aspettato

Quante Volte ti ho inseguito

Quante Volte ho chiesto te...



E come gridavo sul cavallo del barbiere

il mio amico si è fermato e sta scalciando un sasso

lui non ha una donna perché ha l'alito cattivo

soffre un po' di tenerezza e parla con se stesso...


Guardo le mie dita gialle sono tanto stanco

di sputare i mozziconi di tutta una vita

giro salto e ballo come un orso ammaestrato

come vorrei fare a pezzi quella luna idiota...


Quante Volte ti ho pregato

mentre mi graffiavi il cuore

Quante Volte ti ho guardato

mentre mi cavavi gli occhi

Quante Volte ti ho cercato

Quante Volte ti ho trovato

Quante Volte ho perso te


Poco più, poco meno – Aldo Nicolaj  

Estratto da http://www.aldonicolaj.com

...Ricordare che cosa?
Ricordare una bambina vestita di bianco, che i genitori portavano la domenica ai giardini…
Una bambina con gli occhi sognanti, che aveva fiducia nel mondo, che amava i fiori, la musica, i colori… che credeva nell'umanità e nei suoi valori… che credeva che tutti si volessero bene e che esistesse un amore universale…
Quella bambina sono stata io? Ricordo di essere stata quella bambina?
Tutte le bambine, erano, sono e saranno ingenue e fiduciose, poi si cresce, si ama, si soffre…
Anch'io mi sarò  innamorata… di un uomo sorridente, dalle mani forti, dagli occhi vivi…
No, non voglio ricordare, sto meglio così, come sono. Niente ricordi. Mi chiamo Giuseppina Ferragatti, cinquantun anni nubile. È così? È così. Giuseppina Ferragatti, nubile, mai sposata. Ho un nome, un cognome, conosco la mia età, la mia vita, di me so tutto. Bisogna, per forza, avere un nome per vivere?
Giuseppina Ferragatti, perché no? Un nome qualsiasi, Giuseppina Ferragatti.
Giuseppina Ferragatti, cosa facevi sull'autostrada?
Guardavo le macchine, le macchine di tutti i colori che correvano sull'asfalto grigio azzurro, con sullo sfondo i campi biondi di grano, macchiettati da papaveri rossi. E le macchie scure degli alberi e il cielo azzurro… l'erba verde…
I colori. I colori. La gioia dei colori.
I colori sono ricordi che non fanno soffrire.
E io non voglio più soffrire.
Ho sofferto troppo. Forse.
Sono stanca, ho sonno, voglio dormire…
Portavo una camicetta verde e una gonna di tessuto jeans. Avevo anche al collo una collana di perline rosse. Non ce l'ho più. L'ho perduta. Peccato. Era una bella collana. Dove sarà andata a finire? Ma ce l'avevo proprio?
Scusi, ha visto una collana di perline rosse?
No, ho visto, una donna, seduta su una seggiolina pieghevole, che aspettava sulla piazzola dell'autostrada.
Aspettava chi?
Non lo so.
Cosa aspettava?
Non lo so.
Forse Giuseppina Ferragatti nubile?
Forse Giuseppina Ferragatti nubile.
O aspettava che la vita passasse e finisse?
Le dica di star serena, allora perché la vita passa e finisce.
Finirà anche la mia.
Finirà anche la sua.
Per lo meno morendo saprò  chi sono, da dove vengo, dove vado.
Lo sapremo tutti.
Ne è sicuro?
Sì.
Mancherà ancora molto?
Chi lo sa!
Lei quanti anni ha?
Cinquanta. Poco più poco meno.
Poco più poco meno, poco più poco meno, poco più poco meno… Al bordo dell'autostrada… seduta su una seggiolina pieghevole… seduta lì, in mezzo ai colori… al giallo… al verde… all'azzurro… al rosso… all'arancione… all'indaco…
I colori sono ricordi che non fanno soffrire…
Ricordi… colori… ricordi… colori…
Ricordi? Che ricordi?
Ricordi… ricordi… ricordi…

mercoledì 17 agosto 2016

Strade battute...

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www.obiettivodigitale.com 

Pare che qualcuno abbia detto che dai trentacinque anni in poi il nostro io cominci a ricercare sempre gli stessi gusti come se la tua strada fosse battuta e ormai fosse quella e solo quella che devi percorrere,da cosa dipenda non si sa forse il nostro inconscio sa meglio di noi cosa è giusto e cosa no...per noi s'intende.


lunedì 1 agosto 2016

Frasi che ti restano nell'anima...

Non ero mai riuscita a capire ma le ammiravo tantissimo, certe persone che riuscivano a ricordare e a citare nell'occasione giusta delle frasi che spiegavano alcune dinamiche della vita, che magari stavano succedendo proprio in quell'istante, certo avevo vent'anni e anche in seguito non è che avessi fatto progressi finché ho capito che per ricordare "certe frasi" di base devi avere una grande sensibilità e le parole le devi vivere sulla tua pelle sillaba dopo sillaba si devono marchiare a fuoco dentro di te e allora le ricorderai, sempre e ti sembreranno vive, le uniche che abbiano un senso e dopo averti marchiato l'anima ti chiederai come facevi a vivere prima di conoscere quelle parole?

"La superficialità m'inquieta ma il profondo mi uccide"  
Alda Merini

"La miseria prende la percentuale dal manicomio"  
Eduardo De Filippo

"Ogni tanto mi chiedo cosa mai stiamo aspettando."  (Silenzio) 
" Che sia troppo tardi, madame"                
 Alessandro Baricco

www.tumbrl.it

lunedì 25 luglio 2016

Eccolo…
Ne ho incontrato un altro, vaga senza meta evidentemente confuso, si ferma un attimo ad annusarti per vedere se ti riconosce è contento che tu gli dia un po’ di attenzioni ma lo hanno abbandonato da poco e non riesce ancora a capire cosa sia successo, dove siano finiti i suoi “amici umani” e quindi non può fermarsi a fare amicizia con te che puoi solo dissetarlo e offrirgli un po’ di cibo.
Mi continuano a dire che più di questo non puoi fare ma è già molto per chi ha sete e fame.
Sarà!
Io quando incontro uno di loro vorrei accarezzarlo e dirgli non ti preoccupare, ti aiuto io, ho un posto al sicuro insieme ad altri amici come te.
Ovviamente non posso, quindi mi si stringe il cuore e mi si contorce lo stomaco perché non lo posso aiutare.

Stai attento amico animale a se incontri un amico umano prima di affezionarti conoscilo bene…ma tu non sei cosi, tu vuoi bene a prescindere ed è questo che ti pone su un piano più nobile rispetto agli umani.

giovedì 7 luglio 2016

“La Gatta Cenerentola” 1976 - 2016

Oggi, 1976 Luglio, sette Spoleto.

Io non c’ero,
…anzi non ero ancora entrata nel circo degli erranti che potenzialmente potrebbero diventare teatranti: ragioni d’età.
Altri, hanno raccontato, hanno magnificato, adesso penso ad un tratto felice di questa narrazione delle idee.
Fine del secolo scorso: l’idea, riprendere Gatta Cenerentola, il Maestro convoca tante, tante persone, per scegliere i nuovi interpreti; un po’ per gioco, l’incoscienza dell’età, la fase dello studio, quel… “tentar non nuoce”.
Le emozioni,
e poi….le intonazioni,
occhio, anzi orecchio…le stonature,
gli “accordi” !!,
…le faremo sapere… e riprende la quotidianità, quella parola “gavetta” che oggi illusoriamente si chiama Reality, televisione, il nulla per tanti, vetrina per pochi.
Il teatro è sacrificio,
passione,
quotidiano confronto,
… pochi soldi,
gioia !
Quelli “nuovi” vincono il “programma” di turno, vivono un “X” tempo da “stelle e/o speranze”, pochi penso potranno festeggiare dopo quarant’anni “una Storia” che ha girato il mondo.

Vado a dormire…
“Ti hanno chiamato”, da domani ci sono le prove:
il Maestro,
il caldo,
il teatro isolato,
ore, ore, ore e poi in giro,
un piccolo ruolo, un grande evento, teatri pieni, stampa, sempre al passo con il quotidiano vivere.

Emozioni,
nulla in confronto a quelle da ALTRI vissute nel 1976…
… quella favola che altri domani rappresenteranno ai figli di questo oggi.


Memoria, solo una parola, grazie!

 Carmela Hauber

Sartina 1998

domenica 3 luglio 2016

Human trailer ufficiale

Uno sguardo alle discriminazioni, sulle differenze, su quello che puoi essere e quello che non puoi essere, su cosa è veramente importante e cosa no.

Dategli un occhiata per riflettere  e aprire la mente.

Grazie a @alebaricco che ne ha parlato su Vanity Fair




Addio a Elie Wiesel

« Mai dimenticherò quella notte, la prima notte nel campo, che ha fatto della mia vita una lunga notte e per sette volte sprangata.

Mai dimenticherò quel fumo.

Mai dimenticherò i piccoli volti dei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto.

Mai dimenticherò quelle fiamme che bruciarono per sempre la mia Fede.

Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere.

Mai dimenticherò quegli istanti che assassinarono il mio Dio e la mia anima, e i miei sogni, che presero il volto del deserto.

Mai dimenticherò tutto ciò, anche se fossi condannato a vivere quanto Dio stesso. Mai. »


(Elie Wiesel, La notte

mercoledì 22 giugno 2016

Oceano Mare

The Scarlett rose:Elisewin


Uno si costruisce grandi storie, questo il fatto, e può andare avanti anni a crederci, non importa quanto pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso, e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici. E potrebbe non finire mai. Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa, nel cuore del gran marchingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d’improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai tutta quella favolosa storia non ce l’hai più addosso, ma davanti, come fosse la follia di un altro, e quell’altro sei tu. Tac. Alle volte basta un niente. Anche solo una domanda che affiora. Basta quello. –Oceano Mare

sabato 18 giugno 2016

mercoledì 8 giugno 2016

Francesco Nuti e.....la notte si fa fina.

E la notte si fa fina, una vera chicca, per chi non la ricordasse...ecco il link   E la notte si fa fina
un Francesco Nuti davvero travolgente, io l'adoravo già nei Giancattivi ed ero solo una bimbetta, lo trovavo nuovo, insolito e divertentissimo.

Oggi a riflettori spenti un abbraccio virtuale e un grazie per tutti i sorrisi che mi hai donato è tutto quello che posso.


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Auguri per il tuo compleanno passato 17 Maggio. 

martedì 7 giugno 2016

I Gatti dell’Ermitage. San Pietroburgo.


Hanno anche un segnale stradale a loro dedicato.
Sono una colonia di circa settanta gatti e vivono nei corridoi dell’ERMITAGE a San Pietroburgo, a cui una volta l’anno è stato dedicato anche un giorno speciale appunto il Cat Day, durante il quale le persone che vogliono visitare i corridoi che li ospitano e sperare d’intravederne qualcuno si mettono in fila e aspettano di essere accompagnati dalle guide, nel frattempo possono ammirare i disegni dei bambini delle scuole del posto che ogni anno vengono invitati a disegnare o dipingere i gatti con i loro occhi, e si, nonostante i tetti bassi, la scarsa illuminazione e l’odore acre il Cat Day ormai è diventato un appuntamento fisso.

La storia è iniziata pare nel XVIII secolo quando Pietro il Grande portò con sé un micio di ritorno dal un viaggio in Olanda, sua figlia Elisabetta promulgò un editto in cui ordinava ai sudditi del Kazan di mandarle i migliori gatti di laggiù che cominciarono a vivere a corte, da lì l’abitudine di regalare a tutti i bambini della famiglia imperiale un gatto, appena raggiunta l’età per potersene prendere cura; durante la rivoluzione d’ottobre gli Zar furono costretti a fare una scelta, se portare con loro i gatti o i cani, scelsero questi ultimi che purtroppo perirono insieme ai loro padroni, se ne salvò solo uno che finì in Inghilterra, alcuni mici furono adottati dalla gente del posto che poi li riportarono all’Ermitage una volta calmata la situazione, sembra che Lenin non avesse nulla in contrario a far sì che vivessero lì.
La seconda guerra mondiale non li risparmiò e Leningrado fu invasa dai topi ed ecco arrivare due treni dalla Siberia e dalla Russia centrale per debellare il problema i proprietari donavano i mici in segno di solidarietà alla città.



Da allora in poi fortunatamente i mici vivono indisturbati, curati e coccolati dal personale del museo che un giorno di quindici anni fa decisero di organizzare una piccola mostra dedicata ai gatti che abitavano il museo doveva essere una festicciola privata e invece si sparse la voce le persone chiesero di partecipare e da allora nacque l’idea del Cat Day.

Da Vanity Fair Giugno 2016

Foto di Luigi Baldelli 

domenica 29 maggio 2016



Capita...

Capita che sia una domenica di maggio, 
capita che una tua cara amica si sia sposata e tu non hai potuto esserci,
capita che ancora una volta non sia tu a fare questo passo,
capita che passi un'ora a guardare video di un tuo film preferito, e si! Definito film per adolescenti,
capita che tu pianga a dirotto,
e capita che tu ti chieda ma solo perché hai superato una certa non ti devi più emozionare?
Non devi più sognare?
E capita che tu ti renda conto che sei stanca di sognare un qualcosa che forse non accadrà mai, allora conviene cambiare sogno o smettere di sognare?
Capita che tu ti chieda ma se non sogni che vivi a fare?

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https://www.youtube.com/watch?v=HnImthnsU7w

domenica 22 maggio 2016

22 maggio si festeggia S.Rita


Mi chiedevo in un mondo come quello di oggi, basterà una sola santa per le cause impossibili?

martedì 17 maggio 2016



Ciao Rino Marcelli, la Sartina, CARMELA HAUBER.

...un lunedì, maggio. i lunedì dedicati a letture teatralizzate
...piccola "cosa" son tempi che poco lasciano a progetti più "alti"
Si rientra non tardi, si prepara altro, si legge il giornale....
Un rapido silenzio....io ho avuto l'onore di conoscerlo in palcoscenico.
Rino, uno dei "nomi" in ditta, Gatta Cenerentola, edizione 1998.
La Sartina, occasionalmente cambio di ruolo per esigenze imprevedibili.
Rino, sempre pronto a dare un consiglio.
allegro, solare, professionale.
Qualche cambio di città l'ho vissuto viaggiando insieme a Rino Marcelli.
Raccontava, Viveva, Respirava il grande Teatro.
Un lunedì, quel "piccolo" spazio che quotidianamente pensa ed offre
progetti di teatro non mi ha permesso prima di conoscere poi di essere presente
al momento dei saluti finali, quelli Definitivi.
Resta il ricordo
resta l'onore di un percorso - unico - condiviso
resta quel senso di Umanità.
Un "piccolo" ricordo memoria di un "grande" artista.
Ciao Rino Marcelli,
la Sartina, CARMELA HAUBER.
GATTA CENERENTOLA gennaio>maggio 1999

Immagine incorporata 1
Immagine incorporata 2PHOTO EDIT BY http://www.ivid.it/

venerdì 6 maggio 2016

Il Posto in Cui Sei Salvo.

http://celebrifrasi.it/alessandro-baricco/frase-rinomata-di-alessandro-baricco-su-consapevolezza-vivere-osservare/

venerdì 29 aprile 2016

#il mio lui


Foto ferragostosenzalatte

L'amore ritrovato


www.film.it/news/televisione/dettaglio








"Maria, io vorrei che questo non finisse mai"
"Anch'io".

Film di Carlo Mazzacurati con un' intensa Maya Sansa e un irresistibile Stefano Accorsi dal racconto di Carlo Cassola "Una relazione" e la musica struggente di Franco Piersanti. 

sabato 23 aprile 2016

Se...

Se la vita è una battaglia?
Potremmo almeno scegliere con chi combatterla?
Ed è giusto o no avere una tregua ogni tanto?
Foto ferragostosenzalatte