martedì 7 giugno 2016

I Gatti dell’Ermitage. San Pietroburgo.


Hanno anche un segnale stradale a loro dedicato.
Sono una colonia di circa settanta gatti e vivono nei corridoi dell’ERMITAGE a San Pietroburgo, a cui una volta l’anno è stato dedicato anche un giorno speciale appunto il Cat Day, durante il quale le persone che vogliono visitare i corridoi che li ospitano e sperare d’intravederne qualcuno si mettono in fila e aspettano di essere accompagnati dalle guide, nel frattempo possono ammirare i disegni dei bambini delle scuole del posto che ogni anno vengono invitati a disegnare o dipingere i gatti con i loro occhi, e si, nonostante i tetti bassi, la scarsa illuminazione e l’odore acre il Cat Day ormai è diventato un appuntamento fisso.

La storia è iniziata pare nel XVIII secolo quando Pietro il Grande portò con sé un micio di ritorno dal un viaggio in Olanda, sua figlia Elisabetta promulgò un editto in cui ordinava ai sudditi del Kazan di mandarle i migliori gatti di laggiù che cominciarono a vivere a corte, da lì l’abitudine di regalare a tutti i bambini della famiglia imperiale un gatto, appena raggiunta l’età per potersene prendere cura; durante la rivoluzione d’ottobre gli Zar furono costretti a fare una scelta, se portare con loro i gatti o i cani, scelsero questi ultimi che purtroppo perirono insieme ai loro padroni, se ne salvò solo uno che finì in Inghilterra, alcuni mici furono adottati dalla gente del posto che poi li riportarono all’Ermitage una volta calmata la situazione, sembra che Lenin non avesse nulla in contrario a far sì che vivessero lì.
La seconda guerra mondiale non li risparmiò e Leningrado fu invasa dai topi ed ecco arrivare due treni dalla Siberia e dalla Russia centrale per debellare il problema i proprietari donavano i mici in segno di solidarietà alla città.



Da allora in poi fortunatamente i mici vivono indisturbati, curati e coccolati dal personale del museo che un giorno di quindici anni fa decisero di organizzare una piccola mostra dedicata ai gatti che abitavano il museo doveva essere una festicciola privata e invece si sparse la voce le persone chiesero di partecipare e da allora nacque l’idea del Cat Day.

Da Vanity Fair Giugno 2016

Foto di Luigi Baldelli 

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