I Gatti dell’Ermitage. San
Pietroburgo.
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Hanno anche un segnale stradale a loro dedicato. |
Sono una colonia di circa settanta gatti e
vivono nei corridoi dell’ERMITAGE a San Pietroburgo, a cui una volta l’anno è
stato dedicato anche un giorno speciale appunto il Cat Day, durante il quale le
persone che vogliono visitare i corridoi che li ospitano e sperare
d’intravederne qualcuno si mettono in fila e aspettano di essere accompagnati
dalle guide, nel frattempo possono ammirare i disegni dei bambini delle scuole
del posto che ogni anno vengono invitati a disegnare o dipingere i gatti con i
loro occhi, e si, nonostante i tetti bassi, la scarsa illuminazione e l’odore
acre il Cat Day ormai è diventato un appuntamento fisso.
La storia è iniziata pare nel XVIII secolo
quando Pietro il Grande portò con sé un micio di ritorno dal un viaggio in
Olanda, sua figlia Elisabetta promulgò un editto in cui ordinava ai sudditi del
Kazan di mandarle i migliori gatti di laggiù che cominciarono a vivere a corte,
da lì l’abitudine di regalare a tutti i bambini della famiglia imperiale un
gatto, appena raggiunta l’età per potersene prendere cura; durante la
rivoluzione d’ottobre gli Zar furono costretti a fare una scelta, se portare
con loro i gatti o i cani, scelsero questi ultimi che purtroppo perirono
insieme ai loro padroni, se ne salvò solo uno che finì in Inghilterra, alcuni
mici furono adottati dalla gente del posto che poi li riportarono all’Ermitage
una volta calmata la situazione, sembra che Lenin non avesse nulla in contrario
a far sì che vivessero lì.
La seconda guerra mondiale non li risparmiò e
Leningrado fu invasa dai topi ed ecco arrivare due treni dalla Siberia e dalla
Russia centrale per debellare il problema i proprietari donavano i mici in
segno di solidarietà alla città.
Da allora in poi fortunatamente i mici vivono
indisturbati, curati e coccolati dal personale del museo che un giorno di
quindici anni fa decisero di organizzare una piccola mostra dedicata ai gatti
che abitavano il museo doveva essere una festicciola privata e invece si sparse
la voce le persone chiesero di partecipare e da allora nacque l’idea del Cat
Day.
Da Vanity Fair Giugno 2016
Foto di Luigi Baldelli