Giornata della Memoria 27/01/2017
Vi siete mai chiesti come reagireste
ad una situazione di vero pericolo per voi stessi?
Riformulo.
Se fosse vissuti negli anni della
seconda guerra mondiale, e vi foste accorti che in cantina si nascondeva una
persona o una famiglia ebrea, cosa avreste fatto?
Li avreste denunciati?
Naturalmente la maggior parte di voi
risponderebbe: assolutamente no!
Allora riformulo ancora?
Siete ancora sicuri che se aveste
dovuto scegliere tra la vostra incolumità e la loro siete ancora sicuri che non
li avreste denunciati, pur sapendo che denunciandoli li mandereste a morte
certa?
Una volta avrei risposto ancora:
assolutamente no!
E’ venuto un tempo che avrei detto
non so se ne avrei la forza, oggi rispondo onestamente, non lo so!
E mi vergogno!
L’essere umano può, per istinto di
sopravvivenza, passare su qualsiasi cosa chiaramente dipende da caso a caso ma
tutti hanno un limite, superato il quale ogni cosa può sembrare lecita pur di
salvare se stessi.
Oppure si sceglie di non andare
contro i propri principi anche se si mette a repentaglio la propria vita.
Il mio non lo so, deriva dal fatto di
sapere, che non puoi avere la certezza di come reagiresti fino a quando non ti
ci ritrovi dentro.
Pensate di no?
Allora provate a osservare le vostre
reazioni, quando di fianco a voi c’è una persona di colore o di altra
nazionalità, un profugo e via dicendo... se vi trovaste di anche voi in fila
per salire su un treno merci destinato non si sa bene dove e avendo coscienza
di quanto successo dal 40 al 45 aveste la possibilità di non salire su quel
treno se denunciate il vostro vicino di fila, voi cosa fareste?
Io rispondo onestamente non lo so ma
mi piace pensare che la bambina che ero, quella che sceglieva sempre il posto
vicino al bambino che nessuno avvicinava, quella che non si faceva intimidire e
andava a chiedere la palla caduta nel balcone alla signora che ci viveva che
tutti definivano pazza, (un po’ svitata lo era ma io credevo solo che volesse
parlare con qualcuno) venisse fuori e scegliesse di non denunciare ma dividere
il destino comune aiutandosi il più possibile l’un l’altro.
Foto deliapress.it |